CONDOTTE VESSATORIE NEI CONFRONTI DI UNA LAVORATRICE DISABILE E TRASFERIMENTO PER INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE: TUTELE A CONFRONTO CON IL RISCHIO DI UNO STALLO ALLA MESSICANA?

Segnalo il mio contributo pubblicato sulla Rivista Giuridica del Lavoro n. 3/2025, parte II, GIURISPRUDENZA ONLINE

NEWSLETTER N. 8-9/2025, Approfondimenti, dal titolo: 

LAVORATRICE DISABILE E CAREGIVER, CONDOTTE VESSATORIE E TRASFERIMENTO PER INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE: TUTELA DELLA SALUTE O IPOTESI DI DISCRIMINAZIONE?

Il presente contributo analizza la sentenza del Tribunale di Milano del 10.2.2025, che impone all’interprete un rigoroso scrutinio dei diversi istituti giuridici coinvolti, i quali, pur apparendo orientati verso finalità affini, rivelano, nel caso di specie, un rapporto di reciproca interferenza e potenziale conflittualità.

 

La vicenda prende le mosse da un trasferimento per incompatibilità ambientale effettuato nei confronti di una lavoratrice titolare dei benefìci ex art. 3, c. 1, l. n. 104/92, per un’invalidità al 46%, la quale, altresì, assisteva la madre con disabilità grave e usufruiva dei permessi, sempre ex c. 3 della stessa legge. 

La dipendente ha contestato il trasferimento, sostenendo fosse

discriminatorio e ritorsivo, anche in ragione di un precedente giudizio instaurato contro la società in cui veniva denunciata una condotta di mobbing da parte dei propri responsabili aziendali. 

Il punto nevralgico della vicenda riguarda questioni giuridiche di primario rilievo, tra cui: il divieto di atti ritorsivi o discriminatori, il bilanciamento tra i diritti del disabile e del caregiver, sanciti dall’articolo 33, cc. 5 e 6, della l. n. 104/1992, e le prerogative del datore di lavoro nella gestione delle esigenze aziendali, tra cui rientra la necessità di risolvere una conflittualità ambientale sul posto di lavoro.

Districarsi tra il diritto della lavoratrice a non essere spostata e l’obbligo del datore di lavoro di tutelare la salute dei propri dipendenti ai sensi dell’articolo 2087 c.c. – obbligo che il datore ha usato come giustificazione – si presenta come un compito arduo e che potrebbe determinare il rischio di una sorta di «stallo alla messicana».

Ed infatti, da un lato, vi è la complessa rete di norme tese alla tutela della lavoratrice disabile

e, contemporaneamente, alla protezione del caregiver. Dall’altro, si pone la necessità di salvaguardare l’integrità psico-fisica della dipendente, in ragione di una presunta condotta vessatoria da parte dei superiori che ha determinato il suo trasferimento per incompatibilità ambientale.

Nel mio contributo ho ricostruito le argomentazioni del Tribunale di Milano che, tuttavia, ho analizzato in maniera critica rispetto alla soluzione adotatta. 

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