TELECOM: LA CORTE DI APPELLO DI ROMA CONFERMA L’ILLEGITIMITA’ SIA DEL TRASFERIMENTO SIA DELLA DEQUALIFICAZIONE E CONDANNA LA SOCIETA’ AD UN RISARCIMENTO DEL DANNO DI € 80 MILA.

Errata corrige 21 OTT 2023

Causa patrocinata dallo Studio Legale Salvagni

 

La Corte d’Appello di Roma, con sentenza del 10.10.2023, ha respinto l’appello di Telecom e ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Roma, che aveva dichiarato l’illegittimità del trasferimento di un lavoratore presso il DAC/CDA, nonché accertato il demansionamento subito, condannando la società alla riassegnazione del medesimo al settore di provenienza e al risarcimento del danno professionale di € 80 mila.

 

In particolare, per quanto attiene al trasferimento illegittimo, il Collegio, aderendo alla tesi sostenuta dallo Studio Legale Salvagni e ai numerosi precedenti della giurisprudenza ottenuti sul punto sempre dal medesimo Studio, ha rilevato che mancavano i requisiti previsti dalla legge e che il settore DAC/CDA concretava una diversa unità produttiva rispetto al settore di provenienza del lavoratore.

 

Inoltre, la Corte adita ha confermato anche l’illegittimità del demansionamento subito dal lavoratore per essere stato, dapprima, lasciato inattivo e, in seguito, adibito a mansioni di mero inserimento dati, non implicanti alcuna autonomia e non riconducibili al 5° livello di inquadramento del medesimo, ritenendo pienamente raggiunta la prova sul punto.

 

Il Collegio, infine, ha confermato pienamente anche la condanna al risarcimento del danno professionale, quantificato dal primo giudice nel 100% della retribuzione mensile del lavoratore, per tutto il periodo di totale inattività, e nel 50% della retribuzione mensile, per tutto il periodo di svolgimento delle mansioni inferiori, dapprima presso il settore Tecnology e poi presso il DAC/CDA.