DISCRIMINAZIONE DI GENERE E LICENZIAMENTO COLLETTIVO NULLO PER ESCLUSIONE DELLA MANODOPERA FEMMINILE DALLA FORMAZIONE DI CARRELISTA

Articolo di Michelangelo Salvagni.

pubblicato il 26/02/2024 su Rivista Labor.

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Ho il piacere di condividere la pubblicazione sulla Rivista Labor di un mio articolo in tema di discriminazione di genere in un caso di licenziamento collettivo deciso dal Tribunale di Milano con sentenza del 27 novembre 2023, n. 3153.
Pertanto, visto che la discriminazione rappresenta il tema centrale del mio commento, appare opportuno evidenziare, sin da subito, quali sono gli elementi principali che caratterizzano il caso di specie.
La questione è di particolare interesse perché il giudice meneghino ha dichiarato nullo il licenziamento collettivo, in quanto discriminatorio, poiché alle lavoratrici, che svolgevano le medesime mansioni dei prestatori uomini nell’ambito del medesimo reparto oggetto di riduzione del personale, non era stato consentito di accedere alla formazione per ottenere il patentino di carrelli elevatori. Tale corso, invece, era stato riservato ai soli operatori di sesso maschile, configurandosi in tal modo, a parere del Tribunale di Milano, una discriminazione di genere.
Questi ultimi, peraltro, erano stati avvantaggiati con l’assegnazione di un punteggio maggiore nei criteri previsti dalla procedura collettiva, circostanza questa che aveva consentito loro di non essere licenziati.
Di seguito, il testo integrale dell’articolo, ove ho approfondito il tema delle garanzie contro la discriminazione della manodopera femminile nei licenziamenti collettivi e sui luoghi di collettivi, come previste dall’art. 5, comma 2, L. 223/91, nonché quello delle disposizioni stabilite dall’art. 27 del Codice delle Pari Opportunitá in materia di “orientamento, formazione, perfezionamento, aggiornamento e riqualificazione professionale, inclusi i tirocini formativi e di orientamento” .