CONDANNATA LA TELECOM: il Tribunale di Roma riconosce il diritto del lavoratore all'inquadramento al superiore VI livello e al conseguente trattamento retributivo

Causa patrocinata dallo Studio Legale Salvagni

Il Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 8574/2017 del 20.10.2017, ha riconosciuto il diritto di un lavoratore ad essere inquadrato nel VI livello del CCNL Telecomunicazioni e ha condannato la Telecom Italia S.p.A. al conseguente pagamento delle differenze retributive per tutto il periodo in cui ha accertato che il lavoratore ha svolto mansioni superiori.

Nel caso di specie, il dipendente – inquadrato nel V livello del CCNL Telecomunicazioni – ha dimostrato, in base alle deduzioni del ricorso confermate dall’escussione dei testi in corso di causa, di aver svolto mansioni riconducibili alla declaratoria di VI livello del contratto collettivo.

Il Giudice ha, pertanto, ritenuto sussistenti i requisiti tipici del superiore VI livello; in particolare, è emerso con chiarezza che le mansioni svolte dal ricorrente comportavano facoltà di iniziativa e decisionale nei limiti delle direttive generali impartite, con esplicazione di funzioni specialistiche. Inoltre è stato anche confermato che il lavoratore, a seguito di specifica abilitazione, aveva svolto attività relative alla Regia Nazionale, ossia riguardanti il coordinamento e la programmazione dei call center su tutto il territorio nazionale.

Tale pronuncia del Tribunale di Roma rappresenta un notevole risultato nell’affermazione di un diritto centrale nell’ambito del settore lavoristico e dimostra come sia possibile ottenere in giudizio il riconoscimento delle mansioni superiori e delle differenze retributive da esse derivanti di cui il lavoratore potrà usufruire fino al maturamento della pensione.

Il Tribunale di Roma ha dichiarato che al lavoratore spettasse il riconoscimento del VI livello del CCNL Telecomunicazioni e il conseguente trattamento retributivo, ciò permettendo la condanna per la società al pagamento di tutte le differenze retributive quantificate in oltre 17.000 euro.