Il Tribunale di Latina condanna le Fonderie Pontine Catis a reintegrare lavoratrice licenziata pretestuosamente durante la maternità

da Buongiorno Latina del 17/11/2017

Link all'articolo: www.buongiornolatina.it 

Il Tribunale di Latina accoglie la tesi difensiva dell’Avv. Michelangelo Salvagni, legale della FIOM- CGIL di Latina che ha patrocinato la causa di una lavoratrice licenziata in quanto madre di un bambino di appena 6 mesi e, quindi, fraudolentemente licenziata dall’azienda per una presunta giusta causa in base ad una ragione che il Giudice ha ritenuto non veritiera e, quindi, pretestuosa. Il Tribunale ha, pertanto, ritenuto il recesso radicalmente nullo in quanto contrario ad uno specifico ed inderogabile divieto normativo, che non consente il licenziamento della lavoratrice madre nel primo anno di vita del bambino.

La presunta giusta causa posta dalla società a fondamento del recesso ed oggetto della contestazione disciplinare è stata, quindi, ritenuta dal Giudice del tutto insussistente in quanto generica e totalmente sfornita di prova. A tal proposito, il Tribunale ha accertato che la società non ha in alcun modo provato, come sarebbe stato suo onere, né la colpa grave della lavoratrice, né il fatto in sé oggetto di contestazione, essendo anche la documentazione prodotta dalla società a supporto del recesso in realtà sfornita di valenza probatoria ai fini della dimostrazione dei fatti addebitati alla lavoratrice.

Il Tribunale di Latina ha ordinato alla società la reintegra della lavoratrice (oggi ancora disoccupata e con un bimbo di un anno e 10 mesi) nel precedente posto di lavoro, condannando l’azienda al pagamento in favore della stessa di tutte le retribuzioni dalla data del licenziamento ad oggi.
La vicenda esaminata dal Tribunale di Latina maschera configura l’ennesimo attacco ai diritti fondamentali del lavoratore ed ai valori assoluti e primari della maternità e della famiglia, garantiti dalla Carta Costituzionale, tramite un fittizio e pretestuoso licenziamento attuato al solo scopo di espellere la lavoratrice in quanto divenuta madre e, quindi, risorsa potenzialmente meno produttiva.

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Latina. Mamma reintegrata dopo licenziamento in maternità

da Latina Oggi Editoriale del 18/11/2017

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Era andata in maternità e quando è tornata al lavoro dopo un periodo di inattività e un trasferimento in un ufficio che aveva tutte le sembianze di un container senza strumenti di lavoro a partire dal computer, era stata licenziata. Arrivederci e tanti saluti. 

Una donna di 34 anni, nata a Latina, mamma di un bambino che adesso ha quasi due anni, è stata reintegrata dal giudice della sezione lavoro di via Fabio Filzi di Latina. Il magistrato Michela Francorsi ha dato ragione alla donna, difesa in questo procedimento dall'avvocato Michelangelo Salvagni e ha emesso nei giorni scorsi un ordinanza Fornero e ha condannato le Fonderie Pontine Catis al reintegro della lavoratrice che era stata licenziata durante la maternità. 
I fatti contestati sono avvenuti nell'estate del 2016 quando la donna dopo il parto e dopo che è tornata al lavoro ha trovato il suo posto occupato: c'è un altro dipendente che ricopre le sue stesse mansioni e così capisce che qualcosa è cambiato. Dall'azienda le dicono che la sua professionalità in questo momento non serve e viene spostata in un'altra zona dell'azienda dove resta di fatto inattiva.

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Latina. Reintegrata lavoratrice. Il Tribunale annulla licenziamento

da Il Caffè.tv Mobile del 18/11/2017

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Il Tribunale di Latina ha annullato il licenziamento di una donna, “colpevole” di essere madre di un bambino di 6 mesi: il Giudice ha accolto la tesi difensiva dell’Avv. Michelangelo Salvagni, legale della Fiom-Cgil di Latina che ha patrocinato la causa dela lavoratrice licenziata, che riteneva “pretestuosa” la presunta giusta causa dell'allontameamento, soprattutto perché senza prove.

Il Tribunale ha, pertanto, ritenuto il recesso radicalmente nullo in quanto contrario ad uno specifico ed inderogabile divieto normativo, che non consente il licenziamento della lavoratrice madre nel primo anno di vita del bambino. Il Tribunale ha accertato che la società non ha in alcun modo provato, come sarebbe stato suo onere, né la colpa grave della lavoratrice, né il fatto in sé oggetto di contestazione, “essendo anche la documentazione prodotta dalla società a supporto del recesso in realtà sfornita di valenza probatoria ai fini della dimostrazione dei fatti addebitati alla lavoratrice”, spiega Tiziano Maronna della Cgil. Il Tribunale di Latina ha ordinato alla società la reintegra della lavoratrice (oggi ancora disoccupata e con un bimbo di un anno e 10 mesi) nel precedente posto di lavoro, condannando l’azienda al pagamento in favore della donna di tutte le retribuzioni dalla data del licenziamento ad oggi. ”La vicenda esaminata dal Tribunale di Latina maschera configura l’ennesimo attacco ai diritti fondamentali del lavoratore ed ai valori assoluti e primari della maternità e della famiglia, garantiti dalla Carta Costituzionale, tramite un fittizio e pretestuoso licenziamento attuato al solo scopo di espellere la lavoratrice in quanto divenuta madre e, quindi, risorsa potenzialmente meno produttiva”, conclude Maronna.

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Licenziata dalle Fonderie Pontine Brevetti Catis dopo essere diventata mamma. Il giudice di Latina ordina il reintegro

da Latina 24 ore.it del 17/11/2017

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Viene licenziata dopo essere diventata mamma, ma il giudice la reintegra. Il Tribunale di Latina ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Michelangelo Salvagni, legale della FIOM-CGIL di Latina che ha patrocinato la causa di una lavoratrice licenziata quando il suo bambino aveva appena 6 mesi. L’azienda aveva indicato una giusta causa per motivare il licenziamento, una ragione che il giudice ha ritenuto non veritiera e, quindi, pretestuosa.

“Il Tribunale – si legge in una nota del sindacato – ha, pertanto, ritenuto il recesso radicalmente nullo in quanto contrario ad uno specifico ed inderogabile divieto normativo, che non consente il licenziamento della lavoratrice madre nel primo anno di vita del bambino. La presunta giusta causa posta dalla società a fondamento del recesso ed oggetto della contestazione disciplinare è stata, quindi, ritenuta dal Giudice del tutto insussistente in quanto generica e totalmente sfornita di prova. A tal proposito, il Tribunale ha accertato che la società non ha in alcun modo provato, come sarebbe stato suo onere, né la colpa grave della lavoratrice, né il fatto in sé oggetto di contestazione, essendo anche la documentazione prodotta dalla società a supporto del recesso in realtà sfornita di valenza probatoria ai fini della dimostrazione dei fatti addebitati alla lavoratrice”.

Il Tribunale di Latina ha ordinato alla società Fonderie Pontine Brevetti Catis la reintegra della lavoratrice (oggi ancora disoccupata e con un bimbo di un anno e 10 mesi) nel precedente posto di lavoro, condannando l’azienda al pagamento in favore della stessa di tutte le retribuzioni dalla data del licenziamento ad oggi.

“La vicenda esaminata dal Tribunale di Latina – scrive il sindacato – maschera configura l’ennesimo attacco ai diritti fondamentali del lavoratore ed ai valori assoluti e primari della maternità e della famiglia, garantiti dalla Carta Costituzionale, tramite un fittizio e pretestuoso licenziamento attuato al solo scopo di espellere la lavoratrice in quanto divenuta madre e, quindi, risorsa potenzialmente meno produttiva”.

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